Pensioni: quanti tipi ne esistono?

Scritto da Guendalina Grossi il 26 marzo 2020

Ci sarà capitato diverse volte di domandarci quanti modi esistono per andare in pensione. Vediamo nel dettaglio quali opzioni hanno i contribuenti per lasciare il mondo del lavoro.

Pensioni: quanti tipi ne esistono?

Vi sarà capitato diverse volte di chiedervi quanti tipi di pensione esistono e come fare per lasciare il mondo del lavoro.

L’Istituto previdenziale in base alla gestione o al fondo di appartenenza degli iscritti e ai requisiti contributivi e anagrafici previsti dalla legge eroga diverse tipologie di prestazioni pensionistiche.

Tra le diverse opzioni per lasciare il mondo del lavoro troviamo Quota 100, la pensione di vecchiaia, quella anticipata, l’Ape sociale, l’Opzione donna e altre diverse misure.

Ma vediamo nel dettaglio quali sono i requisiti necessari per ciascuna delle suddette opzioni e cerchiamo di capire quale sia la più favorevole per la propria situazione personale.

La pensione anticipata e la pensione di vecchiaia

La pensione di vecchiaia e quella anticipata vengono erogate direttamente dall’INPS ai lavoratori dipendenti e autonomi iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO), che comprende:

  • il Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD) e le gestioni speciali per i lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri)
  • gli iscritti alla Gestione Separata in possesso dei requisiti anagrafici e contributivi prescritti dalla legge.

La pensione di vecchiaia viene erogata dall’Istituto previdenziale in base alle regole previste nella gestione in cui si chiede la pensione, al sesso del richiedente e alla collocazione temporale della contribuzione posseduta nella gestione stessa.

Per ottenerla è necessario aver compiuto 67 anni di età e aver versato almeno 20 anni di contributi nel caso in cui sia la stessa INPS ad essere la gestione di riferimento considerata.

La pensione anticipata, invece, può essere richiesta dai soggetti in possesso del requisito contributivo di 41 anni e 10 mesi se donne o 42 anni e 10 mesi se uomini. Il requisito anagrafico non è necessario per ottenere questo tipo di prestazione.

Le pensioni supplementari

La pensione supplementare è una prestazione economica liquidata, a domanda, al lavoratore che può far valere contribuzione accreditata nell’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità, vecchiaia e superstiti non sufficiente a perfezionare il diritto ad un’altra pensione (vecchiaia o assegno ordinario di invalidità) con i requisiti contributivi normalmente richiesti.

A seconda del soggetto che chiede il trattamento (se titolare di pensione o superstite) e dei requisiti richiesti, si distinguono tre tipi di pensione supplementare:

  • pensione supplementare di vecchiaia;
  • pensione supplementare di invalidità;
  • pensione supplementare ai superstiti.

La pensione di inabilità

La pensione di inabilità è una prestazione economica, erogata dall’INPS, in favore dei lavoratori per i quali viene accertata l’assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa.

Hanno diritto alla pensione di inabilità i lavoratori:

  • dipendenti;
  • autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri);
  • iscritti alla Gestione Separata.

La pensione di inabilità decorre dal 1° giorno del mese successivo a quello di presentazione della domanda se risultano soddisfatti tutti i requisiti, sia sanitari sia amministrativi, richiesti.

Quota 100

Quota 100, misura adottata dal Governo giallo-verde con il DL 4/2019, consente a tutti coloro che hanno compiuto 62 anni di età e che hanno versato almeno 38 anni di contributi di andare in pensione anticipatamente, senza dover raggiungere l’età pensionabile, ovvero 67 anni.

Tale misura sarà valida fino al 2021, dopo di che questa verrà sostituita da qualche altra misura a cui il Governo sta già pensando, unitamente con i sindacati.

Quota 100 spetta a tutti i lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO), che comprende il Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (FPLD) e le gestioni speciali per i lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, coltivatori diretti, coloni e mezzadri), e alle forme sostitutive ed esclusive della medesima, gestite dall’INPS, nonché ai lavoratori iscritti alla Gestione Separata.

Opzione donna

L’Opzione donna è quella misura che consente a tutte le donne che hanno compiuto 58 anni di età nel caso di lavoratrici dipendenti e 59 nel caso di quelle autonome, e che hanno versato almeno 35 anni di contributi di andare in pensione anticipatamente, con il sistema del ricalcolo contributivo.

Le lavoratrici che fanno richiesta per l’Opzione donna, conseguiranno il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico trascorsi:

  • 12 mesi dalla data di maturazione dei requisiti, nel caso in cui il trattamento pensionistico sia liquidato a carico delle forme di previdenza dei lavoratori dipendenti;
  • 18 mesi dalla data di maturazione dei requisiti, nel caso in cui il trattamento sia liquidato a carico delle gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi.

Le lavoratrici del comparto scuola e dell’Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica (AFAM), al ricorrere dei requisiti invece, potranno conseguire il trattamento pensionistico rispettivamente a decorrere dal 1° settembre e dal 1° novembre 2019.

L’Ape sociale

L’Ape sociale è un’indennità a carico dello Stato erogata dall’INPS a soggetti in determinate condizioni previste dalla legge che abbiano compiuto almeno 63 anni di età e che non siano già titolari di pensione diretta in Italia o all’estero.

L’indennità è corrisposta, a domanda, fino al raggiungimento dell’età prevista per la pensione di vecchiaia, ovvero fino al conseguimento della pensione anticipata o di un trattamento conseguito anticipatamente rispetto all’età per la vecchiaia.

L’Ape sociale spetta a tutti i lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria dei lavoratori dipendenti, alle forme sostitutive ed esclusive della medesima, alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, nonché alla Gestione Separata, ed in particolare:

  • ai disoccupati che hanno finito integralmente di percepire, da almeno tre mesi, la prestazione per la disoccupazione loro spettante;
  • ai soggetti che al momento della richiesta e da almeno sei mesi assistono il coniuge, l’unito civilmente o un parente di primo grado convivente (genitore, figlio) con handicap grave;
  • agli invalidi civili con un grado di invalidità pari o superiore al 74%;
  • ai dipendenti che svolgono o abbiano svolto da almeno sei anni in via continuativa una o più una delle attività lavorative considerate usuranti.

Si ricorda che l’Ape sociale è una misura sperimentale che sarebbe dovuta scadere a dicembre 2019, ma che grazie alla proroga voluta dal Governo giallo-rosso, rimarrà valida per tutto il 2020.

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