È fissata al 31 ottobre la scadenza per tutti coloro che intendono aderire al concordato preventivo biennale, una delle misure previste dalla legge delega sulla riforma fiscale introdotta col decreto legislativo n. 13 del 2024.
Il concordato preventivo biennale può essere visto come un “accordo” con il Fisco, nato per favorire il rispetto degli obblighi dichiarativi da parte dei contribuenti. In sostanza, le imposte dovute allo stato dovranno essere pagate sulla base di una proposta formulata dall’Agenzia delle Entrate sfruttando gli elementi contenuti nelle proprie banche dati.
Concordato preventivo biennale: la scadenza è il 31 ottobre e non vi saranno proroghe
L’appuntamento da segnare sul calendario per quanto riguarda la scadenza per l’adesione al concordato preventivo biennale sarà il 31 ottobre, che quest’anno coincide con quella della presentazione del modello redditi persone fisiche e molte altre.
Bisogna specificare che, come più volte evidenziato dal Viceministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo, la data del 31 ottobre è il termine ultimo e tassativo per aderire al concordato biennale.
Inoltre, come si può leggere all’interno della circolare n.18/E del 17 settembre 2024 dell’Agenzia delle Entrate, l’adesione al concordato non sarà neanche soggetta all’applicazione dell’articolo 2, comma 7 del decreto del Presidente della Repubblica del 22 luglio 1998, n. 322 in base al quale sono valide le dichiarazioni presentate entro novanta giorni dalla scadenza del termine.
- Concordato preventivo biennale - circolare n.18/E dell’ Agenzia delle Entrate
- Clicca per scaricare la circolare n.18/E del 17 settembre 2024
Si evidenzia in ogni caso che la scadenza del concordato preventivo biennale, a regime, si slegherà da quella dell’invio del modello Redditi. L’articolo 9, comma 3 del decreto legislativo n. 13/2024 fissa il termine di adesione al 31 luglio.
Quali sono i requisiti per accedere al concordato preventivo biennale?
Possono aderire al concordato preventivo biennale i seguenti soggetti:
- possessori di partita IVA che applicano gli ISA, ovvero gli indici sintetici di affidabilità;
- possessori di partita IVA che applicano il regime forfettario. Tuttavia, per questi ultimi, il concordato preventivo biennale è valido solo per il periodo d’imposta 2024;
Inoltre, per aderire al concordato preventivo biennale è necessario anche possedere alcuni requisiti:
- non si devono avere debiti tributari o contributivi pari o superiori a 5000 euro, compresi interessi o sanzioni, ovvero per contributi previdenziali definitivamente accertati con sentenza irrevocabile o con atti impositivi non più soggetti a impugnazione;
- bisogna aver presentato la propria dichiarazione dei redditi con regolarità. In particolare, non è ammessa la mancata presentazione della dichiarazione dei redditi in relazione ad almeno uno dei tre anni precedenti a quelli di applicazione del concordato;
- non si devono avere a proprio carico condanne per reati fiscali gravi commessi negli ultimi tre periodi d’imposta antecedenti a quelli di applicazione del concordato, come, ad esempio, il riciclaggio di denaro. In particolare, si fa riferimento ai reati previsti dal decreto legislativo 10 marzo 2000, n. 74, dall’articolo 2621 del codice civile, nonché dagli articoli 648-bis, 648-ter e 648-ter 1 del codice penale;
Perché aderire al concordato preventivo biennale? Pro e contro
I contribuenti che decidono di aderire alla proposta di concordato preventivo biennale andranno incontro a diversi vantaggi. In primo luogo, qualora il reddito effettivo del contribuente fosse più alto di quello preventivato dall’Agenzia delle Entrate, esso non sarà considerato ai fini del calcolo delle imposte.
Altri vantaggi dovuti all’adesione del concordato preventivo biennale sono costituiti dalla possibilità di accedere ai benefici premiali ISA e l’esclusione dagli accertamenti tributari, salvo che ricorrano le cause di decadenza previste dalla legge.
Il vantaggio più interessante che deriva dall’adesione al concordato consiste nella possibilità di fruire di una sanatoria per i periodi di imposta 2018-2022 pagando un’imposta molto ridotta.
Infine, un ulteriore vantaggio prevede che sulla parte di reddito concordato eccedente il reddito dichiarato nel periodo di imposta 2023 verrà applicata una flat tax, che per le partite IVA forfettarie sarà del 10% (o del 3% per le start up), mentre per le partite IVA che applicano gli ISA la flat tax varierà dal 10% al 15% in base al punteggio ISA ottenuto.
Per quanto riguarda i contro, l’adesione al concordato preventivo biennale è sconsigliata per tutti quei contribuenti il cui reddito effettivo potrebbe essere minore rispetto al reddito preventivato dall’Agenzia delle Entrate.
Infatti, qualora si incorresse in questa casistica, le imposte dovute sarebbero comunque quelle relative al reddito concordato. Ciò accade perché, a prescindere dal reddito effettivo, comunque il contribuente sarà tenuto a dichiarare il reddito concordato.