Scontrino elettronico obbligatorio: si avvicina la data del 1° luglio, la prima scadenza per adeguarsi alla memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi. Cos’è? Come funziona? Quali sono i tempi da rispettare? Una panoramica dei dettagli utili da conoscere per esercenti e consumatori.
Il 2019 è l’anno della rivoluzione digitale per il mondo del fisco: dopo l’introduzione della fattura elettronica, tra luglio 2091 e gennaio 2020 fa il suo ingresso nel sistema lo scontrino elettronico.
Un altro passo avanti compiuto per costruire canali di comunicazione più diretti e immediati con i contribuenti.
Scontrino elettronico obbligatorio, che cos’è?
Introdotto dall’articolo 2 del decreto legislativo numero 127 del 2015, lo scontrino elettronico prevede l’obbligo di memorizzazione e trasmissione telematica dei corrispettivi giornalieri per i titolari di partita IVA che esercitano attività di commercio al minuto.
Con le novità a partire da luglio 2019 e gennaio 2020, il termine “scontrino” resterà nel nostro linguaggio ma non sarà più del tutto appropriato, a prendere il suo posto sarà la parola “documento commerciale”, che prenderà forma in due versioni:
- ce ne sarà uno ordinario, utile ai fini civilistici. Ad esempio, per alcuni prodotti funge da garanzia;
- e uno fiscale, per beneficiare di detrazioni o deduzioni.
A stabilirne le caratteristiche è il Decreto del 7 dicembre 2016, firmato dal Ministro dell’Economia e delle Finanze di concerto con il Ministro dello Sviluppo Economico.
Scontrino elettronico obbligatorio, chi e quando deve adeguarsi? Soggetti obbligati, casi di esonero, scadenze
Come si legge nell’articolo 2 del decreto legislativo numero 127 del 2015, i soggetti tenuti a memorizzare e trasmettere elettronicamente i corrispettivi giornalieri sono quelli che effettuano le operazioni di cui all’articolo 22 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, commercio al minuto ed attività assimilate.
L’obbligo dello scontrino elettronico debutta in due scadenze diverse:
- i soggetti che hanno un volume d’affari superiore a 400.000 euro devono adeguarsi entro la data del 1° luglio 2019;
- mentre tutti gli altri hanno tempo fino al 1° gennaio 2020.
Non mancano, però, i casi di esonero: il Ministero dell’Economia e delle Finanze con il decreto del 16 maggio 2019 ha stabilito quali sono i soggetti che non devono attenersi al nuovo obbligo.
Il decreto esonera dall’obbligo di emissione tutti i soggetti che, in base alla legislazione vigente, restano fuori dal perimento di certificazione dei corrispettivi. Cambiano le modalità di emissione dello scontrino ma non cambiano le regole a cui attenersi.
Rientrano, quindi, tra i soggetti esclusi dall’obbligo - in quanto già esclusi dal perimetro di certificazione dei corrispettivi:
- tabaccai, giornalai, venditori di prodotti agricoli;
- chi presta servizi di telecomunicazione, radiodiffusione e di trasporto pubblico di persone e veicoli;
- soggetti che effettuano operazioni marginali.
E inoltre non è necessario lo scontrino elettronico per le operazioni effettuate a bordo di navi, aerei o treni nel caso di trasporti internazionali, come le navi da crociera.
Il legislatore ha anche previsto un esonero per zone geografiche in funzione del divario digitale, ma ad oggi non è ancora arrivato il decreto che fornisce istruzioni specifiche sul punto.
Scontrino elettronico obbligatorio, come funziona? Memorizzazione e trasmissione tramite registratore telematico
Nel testo che regola l’introduzione delle scontrino elettronico, si specifica che la memorizzazione e trasmissione dei corrispettivi giornalieri deve essere effettuata “mediante strumenti tecnologici che garantiscano l’inalterabilità e la sicurezza dei dati, compresi quelli che consentono i pagamenti con carta di debito e di credito”.
Per emettere il documento che certifica l’operazione e per memorizzare e trasmettere i relativi dati, gli esercenti hanno bisogno del registratore telematico (RT).
Il vecchio registratore di cassa lascia il posto a suo discendente più moderno, dotato di uno specifico hardware e software che permette di attivare un canale diretto con l’amministrazione finanziaria.
Grazie al registratore telematico, gli esercenti registrano le operazioni e a fine giornata inviano le informazioni direttamente all’Agenzia delle Entrate.
Gli esercenti che devono emettere lo scontrino elettronico hanno due possibilità:
- acquistare un Registro Telematico nuovo;
- adeguare quello vecchio alle specifiche tecniche indicate dall’Agenzia delle Entrate.
Farsi trovare pronti dal nuovo obbligo ha, quindi, un costo. Ma sia per l’acquisto che per l’adeguamento dei vecchi apparecchi, è previsto un bonus che può ammontare nel primo caso a un massimo di 250 euro e nel secondo caso può arrivare fino a 50 euro.
Si può richiedere il credito di imposta da utilizzare in compensazione per le spese sostenute nel 2019 e nel 2020, ma bisogna rispettare una condizione fondamentale: la somma utile per l’acquisto o l’adattamento dovrà essere pagata esclusivamente con mezzi tracciabili.