Era fissato per il 30 novembre, dopo aver già subito un primo slittamento, il termine ultimo per il versamento delle imposte sui redditi, data in cui rientrava anche il secondo acconto della cedolare secca, con il pagamento elaborato attraverso appositi software per gestire gli adempimenti fiscali.
L’approvazione del Decreto Ristori Quater nella serata del 29 novembre ha sancito una ulteriore proroga della data di scadenza: non più il 30 novembre, bensì il 10 dicembre prossimo.
Di fatto, la comunicazione è stata data nella tarda serata di venerdì anticipando quello che sarebbe stato parte del contenuto del Decreto Ristori quater. Una mossa per evitare di arrivare all’approvazione della norma a tempo ormai scaduto.
Cosa prevedeva il Decreto Ristori Ter
Gli interessati al pagamento della cedolare secca sono:
- Dipendenti;
- Pensionati;
- Persone fisiche non titolari di partita IVA;
- Collaboratori coordinati e continuativi;
- Lavoratori occasionali;
- Artigiani e commercianti;
- Agenti e rappresentanti di commercio;
- Lavoratori autonomi;
- Professionisti titolari di partita IVA, iscritti o non ad albi professionali.
La scadenza del 30 novembre riguardava i contribuenti tenuti ad effettuare i versamenti risultanti dalle dichiarazioni dei redditi annuali di persone fisiche, società di persone ed enti ad esse equiparati e dell’IRAP.
A beneficiare della proroga fino ad aprile, come stabilito dal Decreto Agosto prima e successivamente dal Decreto Ristori Bis, erano i soggetti per cui si applicano gli ISA e i forfettari che hanno subito la riduzione del 33% del fatturato nel primo semestre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Proroga scadenze al 10 dicembre: le novità del Decreto Ristori Quater
L’approvazione del Decreto Ristori Quater prevede quindi lo slittamento di alcune scadenze che andranno tuttavia a sommarsi ad altre previste anzitempo (come il termine ultimo per la presentazione della dichiarazione dei Redditi e IRAP).
Tra le novità più importanti di questo decreto, una più ampia proroga per le imprese non interessate dagli ISA, ovunque localizzate, categoria di soggetti che nei precedenti decreti non aveva trovato spazio.
Andiamo con ordine e partiamo da quelle che sono le proroghe di quanto era contenuto già nel Decreto Ristori Ter.
Lo slittamento del termine di versamento degli acconti è previsto al:
- 10 dicembre 2020 per tutti i contribuenti “operatori economici”, senza distinzione alcuna;
- 30 aprile 2021 per i soggetti ISA.
Questi ultimi dovranno presentare almeno una di queste limitazioni:
- Calo del fatturato del primo semestre del 2020, rispetto al medesimo del 2019, di almeno il 33%, indipendentemente dalla zona geografica dove l’attività viene esercitata;
- Rientrano in uno dei codici Ateco elencati nel Decreto Ristori Bis e hanno sede o domicilio fiscale in zona rossa;
- Esercitano l’attività di gestione di ristoranti con sede o domicilio fiscale in una regione arancione.
Novità per i soggetti non ISA
Rappresenta senza dubbio una delle novità più importanti il fatto che nell’ultimo decreto, a soli sei giorni dall’approvazione del precedente dove non vi era stata alcuna menzione, trovino spazio anche i soggetti non ISA.
Anche per loro, scatta la proroga al 30 aprile 2021 per il termine di versamento. I soggetti interessati, dovranno rientrare in uno di questi requisiti:
- Dislocati ovunque, con ricavi o compensi 2019 non superiori a 50 milioni di euro, che registrano nel primo semestre 2020 una diminuzione del fatturato del 33% rispetto il 2019;
- Con sede nelle zone rosse, a prescindere dai requisiti relativi ai ricavi o compensi e alla diminuzione del fatturato o dei corrispettivi, che operano nei settori economici individuati nel Decreto Ristori Bis;
- Gestori di ristoranti nelle zone arancioni, a prescindere dai requisiti relativi ai ricavi o compensi e alla diminuzione del fatturato o dei corrispettivi.
Gli esclusi dalla proroga
Non sono toccati dallo slittamento i soggetti non ISA, ovunque dislocati, con ricavi o compensi 2019 superiori a 50 milioni di euro che nel primo semestre 2020 non hanno subito una diminuzione del fatturato o dei corrispettivi di almeno il 33% rispetto al primo semestre 2019.
Esclusi da qualsiasi proroga anche privati cittadini e soci di società a responsabilità limitata non trasparenti.
Il decreto, composto da 3 titoli e 27 articoli complessivi, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale proprio nella serata del 30 novembre.