Investimenti in Zes, la scadenza del credito di imposta è oggetto di proroga: la data, inizialmente prevista per il 31 dicembre 2020 è spostata al 31 dicembre 2022.
A prevederlo è l’articolo 36 del Disegno Legge di bilancio 2020.
L’agevolazione è stata introdotta e regolata dalla Legge di stabilità 2016.
Il provvedimento prevede un credito di imposta per gli investimenti effettuati nelle ZES, Zone Economiche Speciali, commisurato alla quota del costo complessivo dei beni acquisiti. Il limite massimo per ogni progetto di investimento è di 50 milioni di euro.
Quali sono le zone interessate dalla misura e chi può richiedere il credito di imposta.
Investimenti in Zes, la proroga della scadenza al 31 dicembre 2022: quali sono le zone interessate
La proroga della scadenza del credito di imposta per gli investimenti in Zes, Zone economiche speciali, riguarda diverse aree dello Stato, in particolare del sud Italia.
È l’articolo 36 del Disegno di Legge di Bilancio 2020, A. S. numero 1586 depositato in Senato il 2 novembre 2019, a prevedere il rinvio del termine.
La misura che prevede l’agevolazione è invece il comma 98 dell’articolo 1 della legge di stabilità 2016 ovvero la Legge numero 208 del 28 dicembre 2015.
La misura che ha istituito ed identificato le Zes è l’articolo 4 Decreto Legge numero 91 del 20 giugno 2017 n. 91.
Al comma 2 vengono identificate le zone Zone Economiche Speciali:
“Per ZES si intende una zona geograficamente delimitata e chiaramente identificata, situata entro i confini dello Stato, costituita anche da aree non territorialmente adiacenti purche’ presentino un nesso economico funzionale, e che comprenda almeno un’area portuale con le caratteristiche stabilite dal regolamento (UE) n. 1315 dell’11 dicembre 2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, sugli orientamenti dell’Unione per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti (TEN-T).”
La principale caratteristica è, dunque, quella di avere almeno un’area portuale.
Le Zes sono identificate all’interno delle norme europee come:
- “meno sviluppate”, ossia con un PIL pro capite inferiore al 75% della media europea: tra queste rientrano le regioni Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia e Campania;
- “in transizione”, ossia con un PIL pro capite tra il 75% e il 90% della media europea: appartengono a questa categoria le regioni Sardegna, Abruzzo e Molise.
In queste regioni, nelle quali possono essere istituite le ZES, sono porti della rete centrale: Palermo, Augusta, Gioia Tauro, Cagliari, Taranto, Bari, Napoli.
Nella rete globale invece sono compresi diversi porti, tra i quali quelli di Catania, Messina, Milazzo, Siracusa, Trapani, Gela, Reggio Calabria, Villa San Giovanni, Brindisi, Salerno, Olbia, Porto Torres.
Investimenti in Zes, la proroga della scadenza del credito di imposta: come beneficiare dell’agevolazione
Per richiedere il credito di imposta i soggetti interessati devono comunicare all’Agenzia delle Entrate i dati degli investimenti e il credito di imposta da autorizzare.
L’autorizzazione è comunicata dall’Agenzia delle Entrate attraverso l’area autenticata dei servizi telematici nella sezione “ricevute”.
Per trovare più facilmente la ricevuta l’Agenzia delle Entrate consiglia di utilizzare la funzione “ricerca ricevute”, inserendo nel campo previsto il numero di protocollo telematico di ricezione della comunicazione (CIM 16 o CIM 17).
Il credito di imposta può essere utilizzato soltanto in compensazione presentando il modello F24 in modalità telematica attraverso i canali Entratel e Fisconline a partire dal quinto giorno successivo al rilascio della ricevuta da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Per non perdere le agevolazioni, le imprese richiedenti devono inoltre mantenere la loro attività nella Zes per almeno i sette anni successivi al completamento dell’investimento.
Investimenti in Zes, la proroga della scadenza del credito di imposta: i soggetti esclusi
Alcune categorie di soggetti, operanti in determinati settori, sono esclusi dai benefici dell’agevolazione.
Non possono richiedere il credito di imposta coloro i quali operano nei seguenti settori e industrie:
- industria siderurgica;
- industria carbonifera;
- industria della costruzione navale;
- industria delle fibre sintetiche;
- industria dei trasporti e delle relative infrastrutture;
- industria della produzione e della distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche;
- settore creditizio;
- settore finanziario;
- settore assicurativo;
- settore dell’agricoltura;
- settore della pesca;
- settore dell’acquacoltura.
Non possono inoltre fare richiesta dell’agevolazione le imprese in difficoltà.