Sanzioni certificazione unica 2019 (ex CUD): il contribuente che non rispetta le scadenze, commette errori o non effettua l’invio è tenuto a pagare dai 33,33 ai 100 euro per ogni CU. Il meccanismo di penalizzazioni in caso di ritardi, errori o omissioni.
La certificazione unica è il documento fiscale che i sostituti d’imposta devono produrre per certificare i redditi di lavoro dipendente e assimilati, i redditi di lavoro autonomo, le provvigioni e i redditi diversi. Per essere in regola la trasmissione dei dati all’Agenzia delle Entrate deve avvenire entro il 7 marzo 2019.
Unica eccezione riguarda i lavoratori autonomi, per i quali l’invio telematico può avvenire entro il termine di invio fissato per il modello 770.
Sanzioni certificazione unica 2019 (ex CUD) per chi non rispetta le scadenze
Chi non rispetta la scadenza tassativa del 7 marzo viene sanzionato secondo il meccanismo delineato dalla Legge di Stabilità 2016, il Decreto Legislativo 158/2015 ed il Decreto Legislativo 151/2015 che hanno riformato il sistema delle sanzioni previste a carico del datore di lavoro in caso di ritardo, omissione ed errori nella redazione ed invio telematico della certificazione unica.
Di seguito tutte le sanzioni previste in una tabella riassuntiva:
Fattispecie | Sanzioni previste | Limite massimo della sanzione |
---|---|---|
Certificazione Unica omessa, tardiva o errata | 100 euro per singola certificazione | 50.000 euro per anno e sostituto d’imposta |
Certificazione Unica errata trasmessa entro il 7 marzo 2019, poi corretta e nuovamente trasmessa entro 5 giorni | nessuna sanzione | |
Certificazione Unica errata trasmessa entro il 7 marzo 2019, poi corretta e nuovamente trasmessa entro 60 giorni | 33,33 euro per singola certificazione | 20.000 euro per anno e sostituto d’imposta |
I datori di lavoro hanno 5 giorni per ritornare sui loro passi senza conseguenze: alla certificazione unica errata trasmessa entro il 7 marzo 2019, poi corretta e nuovamente trasmessa entro 5 giorni, si applica una linea morbida con nessuna sanzione da pagare.
Pesanti, invece, le penalizzazioni previste per le correzioni che arrivano dopo due mesi dalla scadenza.