Rimborso Tari: la tassa sui rifiuti, è una delle più detestate dai contribuenti italiani. Negli anni ha cambiato nome, ma la sostanza è rimasta identica: in gran parte d’Italia la raccolta dei rifiuti si è dimostrata cara ed inefficiente.
Si è innescato un circolo vizioso, per cui si producono meno rifiuti e si differenzia maggiormente, ma la tassa continua ad aumentare. Cosa fare allora se il servizio non funziona, ed in taluni casi come Roma la situazione volge ai limiti dell’emergenza sanitaria?
I cittadini possono chiedere il rimborso della Tari e recuperare fino all’80% dell’importo versato. Vediamo come.
Rimborso Tari, quando è possibile chiederlo
Il principio secondo cui i cittadini possono richiedere al Comune la riduzione o il rimborso della Tari quando la mancata raccolta dei rifiuti è riconosciuta come dannosa o pericolosa per la salute delle persone e dell’ambiente è stato sancito dal d.lgs n. 507/1993 che regolava la Tarsu, e ribadito nella Legge di Bilancio 2014 che ha introdotto la nuova tassa sui rifiuti accorpando le altre vigenti nel settore.
L’art. 1 comma 656 legge 147/2013 stabilisce, infatti, che:
“La Tari è dovuta nella misura massima del 20 per cento della tariffa, in caso di mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti, ovvero di effettuazione dello stesso in grave violazione della disciplina di riferimento, nonché di interruzione del servizio per motivi sindacali o per imprevedibili impedimenti organizzativi che abbiano determinato una situazione riconosciuta dall’autorità sanitaria di danno o pericolo di danno alle persone o all’ambiente”.
Inoltre, il comma 657 aggiunge:
“Nelle zone in cui non è effettuata la raccolta, la Tari è dovuta in misura non superiore al 40 per cento della tariffa da determinare, anche in maniera graduale, in relazione alla distanza dal più vicino punto di raccolta rientrante nella zona perimetrata o di fatto servita”.
Le prescrizioni contenute nella Finanziaria 2014 ci dicono dunque che:
- in caso di grave disservizio si paga solo il 20% dell’importo;
- chi usufruisce di un punto di raccolta dei rifiuti lontano da casa deve versare non oltre il 40%.
Le normative, alle quali si sono aggiunte negli anni successive sentenze della Cassazione, sanciscono quindi il diritto del cittadino a vedersi ridurre e rimborsare fino all’80% dell’importo della Tari in caso di mancato svolgimento o malfunzionamento del servizio.
Per richiedere il rimborso della tassa sui rifiuti non è necessario dimostrare di essere stati danneggiati dalla mancata raccolta: occorre documentare il disservizio, che va confermato dall’accertamento della situazione di pericolo da parte dell’autorità sanitaria. I cittadini devono quindi fornire foto, video ed una certificazione Asl sul degrado igienico sanitario del territorio.
La domanda di rimborso Tari va presentata entro cinque anni dalla data di pagamento:
- compilando l’apposito modello di domanda ed allegando i documenti richiesti sul sito del proprio Comune;
- rivolgendosi direttamente allo sportello degli uffici comunali.
Competente in caso di respingimento della domanda è la Commissione Tributaria Provinciale.
Rimborso Tari, come presentare la domanda se si risiede a Roma
La situazione più critica è sicuramente quella che si registra a Roma. Nella capitale la differenziata è ferma al 40% e a gravare pesantemente sul peso della tassa sono i costi che vengono sostenuti per esportare e smaltire i rifiuti in altre regioni o addirittura all’estero.
I cittadini romani che intendono presentare domanda di rimborso Tari, devono compilare il modulo 610/02 ed inviarlo online.
Oppure scaricare il modulo, allegato anche di seguito, ed inviarlo via posta o via fax. Se accolta, il contribuente può utilizzare il credito spettante anche in compensazione sulla tassa per la raccolta dei rifiuti dovuta negli anni successivi.
Ecco il modulo 610/02, da compilare per chiedere il rimborso della Tari se si è residenti a Roma:
Al fianco dei residenti nella capitale è sceso in campo il Codacons, l’associazione dei consumatori, che ha messo a disposizione due atti per richiedere la riduzione ed il rimborso della Tari: una diffida e una nomina di persona offesa.
La diffida è volta ad ottenere la rideterminazione della tariffa, chiede di “disporre l’immediato annullamento/sgravio in autotutela degli importi richiesti ai cittadini a titolo di Tari per l’anno 2018/19, applicando la tariffa solo nella misura del 20% così come prevede la normativa”.
In secondo luogo è stato predisposta una nomina di persona offesa per costituirsi parte civile in caso di processo sulla mancata raccolta dei rifiuti. In questo modo, i cittadini danneggiati dalla mancata raccolta dei rifiuti possono denunciare la situazione alla Procura ed eventualmente chiedere un risarcimento di 2.000 euro.