Tra le tante novità introdotte dal Decreto Crescita, all’articolo 5 ci sono le norme per incoraggiare il rientro dei cervelli e dei lavoratori che hanno deciso di lasciare il nostro Paese.
Con la nuova legge, coloro che decideranno di trasferire la residenza in Italia potranno godere del regime di tassazione agevolata fino al 70%: al fisco si dovranno cioè versare imposte solo sul 30% del loro reddito.
Il primo comma dell’art. 5 recita:
“I redditi prodotti in Italia dai predetti lavoratori concorrono alla formazione del reddito complessivo limitatamente al 30 per cento del loro ammontare in presenza di talune condizioni. In altri termini, con la nuova disciplina quindi si eleva dal 50 al 70 per cento la riduzione della base imponibile e si estende l’agevolazione anche ai redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente ed ai redditi di impresa prodotti dai soggetti impatriati che avviano una attività di impresa in Italia, a partire dal periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2019”.
Rientro dei cervelli: base imponibile al 30%
Per i prossimi cinque anni l’erario calcolerà le imposte soltanto sul 30% del reddito di chi tornerà dopo aver risieduto all’estero. Per accedere al regime di tassazione agevolata previsto dal decreto, dovranno ricorrere due condizioni:
- la prima che il lavoratore sia stato residente all’estero negli ultimi due anni,
- la seconda che si impegni a restare in Italia almeno per il biennio successivo.
Il regime favorevole sarà applicabile per tutti i lavoratori impatriati, senza che siano richiesti requisti di elevata qualificazione, ed ulteriormente estendibile per i contribuenti con figli.
La nuova disciplina sarà valida anche per gli italiani residenti all’estero non iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE) che rientreranno in Italia, a condizione che abbiano avuto la residenza in un altro Stato ai sensi di una convenzione contro le doppie imposizioni sui redditi nei due periodi di imposta precedenti il trasferimento in Italia.
Rientro dei cervelli: ulteriori sgravi al Mezzogiorno, per ricercatori e docenti
Gli effetti fiscali, che si applicheranno sui periodi d’imposta a partire dal 2020, saranno ancor più favorevoli se il trasferimento della residenza avrà luogo in una delle regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna e Sicilia).
In questo caso lo sgravio sarà elevato al 90%, quindi la tassazione sul reddito dei lavoratori che si sposteranno al Sud sarà limitato ad una quota del 10%.
Il regime agevolato al 10% si estenderà invece dai 4 ai 6 anni per docenti e ricercatori che abbiano svolto attività di ricerca all’estero negli ultimi due anni e decidano di tornare in Italia.
L’agevolazione sarà prolungabile a 8 anni in caso abbiano un figlio o acquistino un’unità immobiliare residenziale in Italia, a 11 e 13 anni nell’eventualità di più figli a carico.