Il Governo per fronteggiare l’emergenza del Coronavirus ha deciso di emanare il decreto "Cura Italia" che stabilisce il rinvio di alcuni adempimenti fiscali previsti nel mese di marzo.
L’obiettivo è quello di agevolare le famiglie e le imprese, stabilendo una proroga di diverse scadenze fiscali.
Tra queste c’è anche quella che riguarda la scadenza per la trasmissione degli elenchi Intrastat inizialmente prevista per il 25 marzo 2020 e che invece slitterà al 30 giugno.
Nessuna variazione, invece, per ciò che concerne l’invio della Certificazione Unica che dovrà essere trasmessa entro il 30 marzo 2020.
Scadenza Intrastat marzo, aprile e maggio: stabilita la proroga al 30 giugno 2020
L’art. 62 del testo del Decreto Legge numero 18 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 17 marzo 2020 ha stabilito la proroga di alcune scadenze fiscali di marzo.
Tra queste troviamo quella che riguarda l’invio degli elenchi Intrastat in scadenza il 25 marzo 2020 e che invece è stata prorogata al 30 giugno 2020.
Entro il 30 giugno, quindi, i soggetti passivi IVA con obbligo mensile dovranno inviare le informazioni sulle operazioni intracomunitarie che riguardano i periodi di marzo, aprile e maggio.
Chi, invece, ha l’obbligo trimestrale potrà inviare gli elenchi Intrastat solitamente trasmessi ad aprile entro il 30 giugno.
Prorogata anche la scadenza dell’esterometro trimestrale. Tutti coloro che avrebbero dovuto comunicare i dati delle fatture transfrontaliere entro il 30 aprile 2020, avranno tempo fino a fine giugno per farlo.
Modello Intrastat 2020: cos’è e a cosa serve?
Il Modello Intrastat è un insieme di attività fiscali che consentono il monitoraggio (da parte dell’Agenzia delle Dogane e dell’Agenzia delle Entrate) delle operazioni commerciali di scambio tra soggetti intracomunitari titolari di partita IVA.
Questo modello o elenco è stato introdotto dall’art. 50 del D.L. 331/1993 successivo all’abolizione delle barriere nell’Unione Europea.
Le fatture da riportare in questo modello sono quelle intracomunitarie che sono state emesse o ricevute da titolari di partita IVA (ovvero solo le operazioni B2B) per cui sono state corrisposti dei pagamenti, i beni vengono spediti da un Paese all’altro o i servizi vengono prestati a un residente del Paese estero.