Pace fiscale, la scadenza delle rate di saldo e stralcio e rottamazione ter è vicina.
Le rate dovute originariamente a luglio 2020 dovranno essere pagate entro il 30 settembre 2021.
Per i contribuenti che non rispettano il termine avranno 5 ulteriori giorni di tolleranza.
Nel caso di ritardo che superi il limite concesso per legge, i contribuenti perderanno la definizione agevolata delle cartelle.
Pace fiscale, la scadenza del 30 settembre delle rate di saldo e stralcio e rottamazione ter
La fine del mese di settembre 2021 è ricca di appuntamenti con il Fisco.
Oltre al termine per l’invio della dichiarazione dei redditi di dipendenti e pensionati con modello 730, tra le scadenze dell’ultimo giorno del mese c’è anche quella dei versamenti della pace fiscale.
A breve dovranno essere pagate le rate dovute originariamente nello scorso mese di luglio 2020.
Chi non rispetta la scadenza ha un margine di tolleranza di 5 ulteriori giorni.
Allo scadere del termine previsto per legge, i contribuenti che non hanno provveduto ai versamenti perderanno la definizione agevolata delle cartelle.
In tal caso il debito dovuto sarà ricalcolato con l’aggiunta delle sanzioni, degli interessi e della quota di debito in precedenza eliminata.
Con la perdita della definizione agevolata delle cartelle si perde anche la possibilità di rateizzare gli importi con le regole ordinarie.
Pace fiscale, le altre scadenze del saldo e stralcio e della rottamazione ter
Il calendario dei versamenti della pace fiscale ha un appuntamento al mese, fino a novembre 2021.
Oltre alla scadenza del 30 settembre, i soggetti interessati dovranno tenere conto anche de termine del 31 ottobre 2021: entro tale data si dovrà pagare la rata della rottamazione prevista originariamente per il mese di novembre 2020.
Il mese successivo, a due mesi precisi dalla scadenza imminente, è previsto un ulteriore termine.
Entro il 30 novembre 2021 è fissata la data per il versamento di tutte le rate della pace fiscale dovute per l’anno in corso.
A causa dell’emergenza coronavirus, tuttavia, sono state previste delle deroghe.
Da un lato, infatti, già il decreto Rilancio prevedeva la possibilità di rateizzare i debiti dei contribuenti decaduti dalla definizione agevolata.
Lo stesso si applica ai soggetti che sono decaduti dalla prima e seconda rottamazione, a patto che vengano effettuati i versamenti dovuti entro la fine dell’anno.
A prevederlo è il decreto Ristori.
La perdita dei benefici, originariamente prevista in caso di mancato pagamento di 5 rate, è stata ampliata a 10 rate.
Tali regole tuttavia non riguardano le rate relative agli anni 2020 e 2021.